Testi di Maestri buddhisti e non, contemporanei e del passato, trovati in rete, tradotti e riadattati.
Possa questo mio modesto contributo essere di beneficio per tutti gli esseri.
- Thupten Nyima -
"... Solo la nostra ricerca della felicità ci impedisce di vederla. E’ come inseguire un arcobaleno senza poterlo prendere. Sebbene non esista, esso è sempre lì e ci accompagna continuamente....."
"... Lo scopo della pratica buddhista è quello di porre fine alla sofferenza.
Un rifugio è un luogo dove stare per essere liberi dal pericolo, dalla paura e dalla sofferenza.
Nel Buddhismo, il Rifugio è una metafora che indica la consapevolezza o la presenza.
E’ un ricordo dell’orientamento di base della pratica, cioè che la fine della sofferenza si ottiene essendo presenti e consapevoli..."

Manjusri e Vajrabahirava (Yamantaka)


"... Come può un'azione del passato causare un'esperienza nel presente senza una qualche forma di pre-determinismo? Se tutto è pre-determinato, come possiamo liberarci dal ciclo di esistenze? Se guardiamo al karma senza la lente deformante della nozione occidentale di causalità, possiamo comprendere più chiaramente....."
"... La pratica quotidiana dello Dzogchen intende semplicemente sviluppare un'accettazione disinteressata e un'apertura senza limite in tutte le circostanze. Dobbiamo intendere quest'apertura come se fosse un campo da gioco per le nostre emozioni, interagendo con il nostro prossimo senza artificialità, senza manipolazione e senza strategia. Tutte le cose vanno sperimentate nella loro totalità, senza ritrarci in noi stessi come fanno le marmotte che si rifugiano nei loro buchi....."