Testi di Maestri buddhisti e non, contemporanei e del passato, trovati in rete, tradotti e riadattati.
Possa questo mio modesto contributo essere di beneficio per tutti gli esseri.
- Thupten Nyima -
"... L'inizio di una pratica di meditazione costante comporta un cambiamento negli impegni abituali della giornata. Inserire, ogni tanto, una breve meditazione nella vita di tutti i giorni è relativamente semplice, ma quando si vogliono fare le Pratiche Fondamentali del Grande Sigillo, la cosa diventa più impegnativa e richiede più tempo. Ecco alcune idee e suggerimenti per chi compie i primi passi sulla via...."
"... Il termine con cui i tibetani indicano la meditazione significa letteralmente "familiarizzazione", che consiste nell'avvicinarsi alla comprensione di qualcosa mediante la semplice ripetizione. E' quindi molto semplice: la ripetizione porterà all'abitudine, per poi divenire qualcosa di totalmente spontaneo. E' così che la pratica del Dharma diverrà facile, semplice e molto naturale..."
Mandala - Lineage Nyingma - XIX° Sec.
Archivi del Monastero di Shechen


"... Spesso si crede che meditare significhi imporre uno stato di vuoto alla mente, uno stato senza pensiero né movimento mentale: quest’idea è sbagliata, perché se la meditazione fosse uno stato senza pensiero, questo tavolo davanti a noi starebbe meditando! La meditazione non ha nulla a che vedere con il fatto di creare un vuoto volontario nella mente: meditare non significa bloccare il movimento dei pensieri, ma restare in uno stato in cui questi pensieri non fanno presa. Se non ci fossero pensieri o movimento concettuale nella mente, chi mediterebbe?..."

"... E’ stato scritto anche che l’Abhidharma è raccomandato solo a quelli che si sforzano sinceramente di realizzare lo scopo della pratica buddhista e la sua conoscenza è essenziale per i maestri del Dharma. Questo rispetto per l’Abhidharma si trova non solo nella tradizione Theravada ma anche nelle altre grandi tradizioni buddhiste. Per esempio Kumarajiva, il grande traduttore centro-asiatico famoso per la traduzione degli scritti Madhyamaka in cinese, affermava che se voleva insegnare la filosofia buddhista ai cinesi, avrebbe dovuto cominciare con l’Abhidharma. Anche nella tradizione tibetana l’Abhidharma è una parte importante della pratica monastica.

Come mai l’Abhidharma è tenuto in così alta considerazione? La ragione principale è che la conoscenza dell’Abhidharma, nel senso generale di comprendere l’insegnamento ultimo, è assolutamente necessaria per realizzare la saggezza, che a sua volta è necessaria per ottenere la liberazione. Per quanto uno mediti e conduca una vita virtuosa, non può raggiungere la liberazione senza l’intuizione profonda della vera natura delle cose...."
Avalokiteshvara - Rakta Lokeshvara
Tibet, lineage Gelug, XIX° Sec.

"... In Europa e in America si ritiene che il pensiero buddhista sia particolarmente avanzato, rigorosamente razionale e raffinato. Quando per la prima volta andai nei paesi dell’Asia sud-orientale, devo ammettere che fu uno shock per me scoprire che molti in quei paesi considerano il buddhismo superato, irrazionale e vincolato ad antiquate superstizioni. Questo è uno dei due atteggiamenti che impedisce la giusta comprensione del buddhismo in tali comunità di tradizione buddhista. L’altro fraintendimento che affligge il buddhismo in queste comunità è il considerarlo un pensiero così profondo e astratto che nessuno lo può veramente capire. Forse è proprio l’arroganza intellettuale degli Occidentali che li ha salvati da una tale aberrazione. Insomma si può dire che l’atteggiamento mentale con cui l’Occidente e l’Oriente considerano il buddhismo sia diametralmente opposto. Per questo voglio cominciare il nostro studio del buddhismo considerandolo da due diverse prospettive...."