"... Il modo di affrontare la pratica Dzogchen è questo: si inizia con i preliminari, il Ngöndro; si prosegue con la pratica dello Yidam, per esempio lo Shitro; poi viene la pratica del Trekchö e poi, quale perfezionamento, quella del Tögal. Ognuna di queste pratiche di Dharma dovrebbe essere svolta...."
"... La visualizzazione dell'yidam nello spazio davanti a se' funziona in modo simile. Ora noi ci aggrappiamo a tutti gli oggetti esterni che percepiamo. Nella fase di sviluppo si immagina l'intero mondo esteriore come il palazzo dell'yidam. L'yidam e' nel centro del palazzo, e tutti gli esseri compaiono nella forma dell'yidam. Visualizzando le manifestazioni impure nella loro forma pura si supera l'aggrapparsi ad esse. Quindi e' importante capire che tutti gli elementi della fase di sviluppo hanno un contenuto simbolico. Se non si capisce questo, per esempio se si crede che la deita' esiste davvero, ci si confonde nella meditazione e persino si aumenta l'illusione..."
"...Sebbene conosciamo i fatti concreti della vita e l'inevitabilità della morte, assai di rado affrontiamo apertamente questa realtà. Quando lo facciamo, il nostro istinto è di voltarci dall'altra parte. Sebbene non vogliamo confrontarci con la morte e con la paura che essa ci incute, scappare da questa scomoda verità non ci sarà di aiuto. Alla fine la realtà ci raggiungerà. Se per tutta la vita abbiamo ignorato la morte, essa ci coglierà di sorpresa. Sul letto di morte non ci sarà tempo per imparare a gestire la situazione, né vi sarà tempo per sviluppare la saggezza e la compassione che possono guidarci abilmente attraverso il territorio della morte. Lì, dovremo affrontare come meglio possiamo qualsiasi cosa incontreremo: un vero gioco d'azzardo.... "