Testi di Maestri buddhisti e non, contemporanei e del passato, trovati in rete, tradotti e riadattati.
Possa questo mio modesto contributo essere di beneficio per tutti gli esseri.
- Thupten Nyima -
“....L’idea di relazione deve cadere in pezzi. Quando realizziamo che la vita è l’espressione della morte e la morte è l’espressione della vita, che la continuità non può esistere senza la discontinuità, allora non vi è più bisogno di afferrarci ad una e aver paura dell’altra. Non c’è più nessuna base per i coraggiosi o per i vigliacchi. Si vede che la relazione è l’assenza di qualsiasi punto di vista...”
Il bodhisattva e gli avvoltoi
- Shantideva -

Traduz. Thupten Nyima

"... Prima di tutto fai a pezzi nella tua mente questo sacco di pelle. Libera la carne dalla gabbia delle ossa tramite la lama della saggezza. Spezza le ossa, guardaci dentro fino al midollo. Continua a guardarci e a cercarne la pura essenza....."
IL DIVAMPARE DELLA SUPREMA BEATITUDINE DE CEN. BAR WA

Questa composizione di Mipham Rinpoche, conosciuta anche come la "Grande Nube delle Benedizioni", o "La Preghiera che realizza tutte le Attività", è l'invocazione con cui A_zom Rinpoche apre ogni insegnamento e ogni sessione di pratica del suo sangha, sia in Occidente che in Tibet:

A_zom Rinpoche la offre per le "grandi benedizioni" che contiene.
Si può ascoltare l'invocazione cantata da sua sorella, Jetsun Kachod Wangmo - nota anche come Ani Sherab Chotso Rinpoche -  cliccando il player sottostante:


Suprema Beatitudine


Una canzone di uno yogi solitario
- Lama Shabkar -

trad. Thupten Nyima

"... Diventare un rifugiato è il riconoscimento che siamo senza casa e senza terreno e significa che in realtà non c’è bisogno di una casa, o di un terreno. Prendere rifugio è espressione di libertà, poiché come rifugiati non siamo più spinti dal bisogno di sicurezza. Siamo sospesi in una terra di nessuno, in cui la sola cosa da fare è di metterci in contatto con gli insegnamenti e con noi stessi....”
Cento Divinità pacifiche e irate - Nyingma - XIX° secolo



Il sistema dei Tulku
a cura di Thupten Nyima


"... Caratteristica unica del buddhismo tibetano è l'introduzione ed il progressivo estendersi a partire dal XII° secolo del sistema dei Tulku. Il termine "tulku" designa in senso stretto un nirmanakaya, ossia un corpo di manifestazione di un buddha o di un aryabodhisattva che assume una forma materiale per meglio beneficare gli esseri senzienti. L’idea che un aryabodhisattva possa produrre delle emanazioni nel mondo non appartiene solo al Buddhismo tibetano, ma è in questo ambito che il riconoscimento dei tulku è diventato sistematico..."

“... Signore e signori, eccovi qui realmente una buona notizia, se possiamo esprimerla così. Siamo essenzialmente dei buddha e siamo essenzialmente buoni. Senza eccezioni e senza bisogno di studi analitici, possiamo dire di avere spontaneamente il buddha all’interno di noi stessi. Ciò è noto come natura di buddha, o bodhicitta, il cuore del Buddha...
"... Noi tutti cerchiamo di trovare la felicità ed evitare la sofferenza, facendo del pro| rendere la vita piacevole e per eliminare qualsiasi cosa sgradevole o che ci fa sol di questo conflitto di interessi, nessuno ha la piena libertà di scelta. Ogni situazi) intessuta dai pensieri, dalle parole e dalle azioni accumulate nelle infinite vite pr hanno piantato i semi del karma che stiamo sperimentando in questo momento..."

Machig Labdron - Tibet Meridionale - XIX° Sec.

VERSO LA SUPREMA ILLUMINAZIONE
Sua Santità Rangjung Rigpae Dorje, 16° Gyalwa Karmapa

"... Rimaniamo all'interno di questa profondità, senza distrazione. Senza la necessità di disciplinare il corpo e la voce, tutto arriverà spontaneamente. Non c'è niente in QUESTO da realizzare: capire che qualsiasi cosa appare è priva di esistenza propria..."
"... Questo capitolo comincia col rispondere alla domanda del 'perché si deve meditare'. In Sanscrito, 'meditazione' si dice 'dhyana', ma il momento topico della 'dhyana' è il 'Samadhi' che in tibetano è reso con 'ting nge dzm'. La sillaba 'dzm' significa 'mantenere' e la sillaba 'nge' è un avverbio che rende tutto il significato con "mantenere qualcosa fermamente, stabilmente" quindi 'senza movimento"....